sabato 8 settembre 2007

Ospedale giapponese

Tokyo settembre 2007

Potevo non fare un'esperienza infermieristica in quel di Tokyo?
Certo che no!
Infatti ho avuto l'occasione di seguire da vicino la vicenda
di una giovane donna francese praticante di aikido all'hombu doyo
dove la comunità occidentale è molto presente e
naturalmente anche molto solidale.
Dopo 4 giorni di febbre molto alta, è stata ricoverata in ospedale dove è stata trattenuta per poi essere trasferita da un'altra parte , dopo poche ore, per mancanza di posti letto.
La diagnosi è stata, dopo prelievo lombare, pielonefrite acuta,(infezione delle alte vie urinarie) terapia antibiotica per via endovenosa e ricovero di una settimana.
L'ospedale si trova nell'area centrale di Shinjuku ed è un ospedale pubblico di 3° livello(che significa completamente attrezzato per ogni problema)
Io, avuta la notizia sono andata a cercarla, sapevo che era qui sola e che viveva in una stanza vicino all'hombu come molti altri aikidoka che per vicinanza ed economicità si adattano a situazioni strette...anche molto strette, come accade a Tokyo dove avere spazio è un vero lusso!
In molti ormai apprezzano la nostra accogliente e bella casetta, in molti stanno passando da qua in questi mesi per un piatto ben condito di spaghetti, per una risata e poi questa postazione è diventata da subito un internet point......anche per Alice.
Quel giorno, su indicazioni di un ragazzo, compagno di aikido, raggiungo in bici l'ospedale e dato che mi è stato indicato il 10° piano alzo la testa e vado per esclusione nell'edificio più alto.Difficile chiedere qual'è l'entrata principale...Entro, sbagliando, dalla parte del pronto soccorso,me ne accorgo subito per il numero di barelle stazionate in corridoio, per le persone un riverse sulle sedie in attesa di un medico e per i volti dei parenti preoccupati.Vedo i soliti sacchetti di plastica con cibi e bevande, una specie di bivacco triste.
Proseguo lungo il corridoio buio e malandato e capisco che sono in luogo povero. Senza chiedere niente, c'è molto movimento e nessuno fa caso a me che passo veloce e silenziosa, mi intrufolo nel primo ascensore che trovo...Arrivata al 10° piano si tratta di trovare il letto, il numero che mi è stato dato corrisponde a una donnina anziana. Nessuno mi ferma e io proseguo nella ricerca di Alice guardando in tutte le stanze.Noto subito che il reparto è misto, dopo la vecchietta mi affaccio a una tenda e vedo un uomo allettato e così un mi imbarazzo a mettere dentro la testa e cerco l'infermiera che, come spesso accade in ospedale, non sa di chi sto parlando...Verifica nel suo quaderno e mi accompagna in fondo in fondo, quindi, dietro a lei, attraverso il reparto di medicina interna che è vetusto e lasciato andare.Vedo la stanza delle infermiere a metà corridoio i bagni e grandi cameroni sulla destra divisi da tende anzichè da pareti.Dentro ogni tenda, completamente circondato e senza finestra, c'è il paziente sul letto e vicino vicino un comodino con televisore annesso:due metri per due, ho misurato lo spazio.


















Ognuno è chiuso nel suo bugigattolo rosa,nessuno parla, ma si sa i giapponesi sono gente silenziosa discreta e dignitosa.
Alice è a letto ancora febbricitante con la flebo nel braccio,con un piccolo cuscino di riso sotto la testa, con una maglietta e solo con il lenzuolo di sotto...
Si sveglia e mi sorride, è molto stanca e sudata mi dice di non baciarla perchè puzza perchè non si lava da due giorni e poi dice in inglese "non ho nemmeno il pigiama, quando sono stata accompagnata in ospedale ho portato solo la borsa e i vestiti che indossavo..."
La trovo depressa, dopo poco piange a dirotto dice che i dottori sono bravi, ma che le infermiere hanno troppo da fare e non riesce a farsi capire da loro.
In realtà non c'è molto da capire, le manca tutto anche una bottiglia d'acqua sul comodino, vicino al televisore con il telecomando(utilissimo)...
Io, è risaputo, in queste situazioni mi arrabbio molto, ma ho imparato a mantenere la calma.Chiamo l'infermiera e con l'inchino di rito chiedo di guardare insieme la cartella per comprendere la diagnosi, che per fortuna è scritta anche in inglese e per guardare insieme i valori degli esami che hanno codici uguali in tutto il mondo. Come mai è ferma nel letto senza essere stata lavata vestita?Come mai non ha nemmeno l'acqua ed è chiusa dalla tenda ?A volte per capirsi non c'è bisogno di parlare la stessa lingua."Mi dicono...Sumimasen sumimasen"..mi sono fatta dare il necessario per lavarla le ho fatto un massaggio e ho preteso un pigiama e un lenzuolo; non è stato un grande intervento, il minimo che si possa ricevere stando male di salute in un ospedale...per giunta era anche il primo ricovero della sua vita.



















Cattiva sanità, un male che trovo anche nel "perfetto" Giappone, al centro di Tokyo.
Sono molto colpita da ciò che ho visto anche i giorni successivi quando abbiamo potuto fare un giro nel cortile, con un vero pigiama e tirandoci dietro la pianta arrugginita della flebo.
Il cortile è un luogo fatiscente, come l'ospedale, e cosa ancora più strana in Giappone, è sporco di lattine e filtri di sigaretta abbandonati a terra vicino a piante rinsecchite.Ho la speranza che non tutte le strutture pubbliche ospedaliere giapponesi siano così malmesse.


Abbiamo chiesto una foto...
anche per ridere un ...
anche se lei è arrabbiata!







Noto che parenti sono i veri infermieri dei malati,si può entrare a qualsiasi ora,questo non è poi così un male, ma non può mancare assistenza per quelli che i parenti non ce li hanno, no???
Invece nel ricco Giappone è così.La gente sola, resta sola, i poveri e i senzatetto, che sono diverse migliaia a Tokyo, non hanno diritto all'assistenza pubblica.L'assistenza sanitaria in Giappone funziona con il sistema assicurativo governativo.Il dipendente pubblico e privato ha una detrazione della metà della quota sullo stipendio e la sua assicurazione copre anche i parenti carico, mentre chi non ha un lavoro, se vuole l'assicurazione, non è obbligato, la paga direttamente al governo, è leggermente più cara e non copre i parenti a carico che devono avere la propria.(sembra un controsenso ma ho capito che funziona così dato la società in un certo senso penalizza chi non lavora o chi non ha un'assunzione regolare)
Costa circa 1000 euro all'anno e non è calcolata in base al reddito (prevede anche le cure dentistiche) Poi naturalmente ci sono le assicurazioni private. In ogni caso una quota che si aggira intorno al 20% è a carico dell'utente qualsiasi sia la struttura che l'utente sceglie per le cure. Leggevo di recente che le assicurazioni giapponesi sulla vita, sono le uniche al mondo che rimborsano la famiglia in caso di suicidio.Si pensa che il suicidio in Giappone possa quindi essere a volte
una scelta per dare una soluzione concreta ai familiari che restano.

























Vorrei comunque andare a fondo e capire cosa se ne fanno di un barbone che sta male in mezzo alla strada...dove lo portano?Sono informazioni che non riesco a trovare nemmeno in rete.
Ho visto arrivare una donna incinta con suo marito che spingeva la carrozzella in mezzo al cortile e ho avuto pena per lei.Nella sala dei distributori automatici di bevande sembra di essere in una stazione ferroviaria di un paese del terzo mondo.
Alla fine della degenza le hanno naturalmente presentato il conto circa 2000 euro per 6 giorni di degenza e per gli esami e le terapie eseguiti.Ero presente quando le hanno detto che non sarebbe uscita dall'ospedale se non avesse pagato, dato che la Europ-assistance non aveva ancora provveduto a mettersi in contatto con l'amministrazione ospedaliera. Non è certo un costo elevato... ma è importante uscire dall'Europa sempre con un'assicurazione personale e se proprio bisogna ammalarsi, ho pensato, tutto sommato se sei italiano meglio in Italia che in Giappone...Gli infermieri (sì, perchè i medici sono anche loro nascosti dietro le tende, ma si sa i medici si nascondono spesso...) ti dicono "sumimasen" e a volte, come in questa, se la cavano così...ma le scuse e gli inchini non possono valere sempre, cari i miei nipponici.Mi fa rabbia la mancanza di assunzione di responsabilità, qui come altrove, la connivenza non la sopporto.
In Italia gli stranieri con permesso di soggiorno possono fare richiesta d'iscrizione al servizio sanitario nazionale gratuitamente, mostrando il permesso di soggiorno,un documento di identità e una domiciliazione.I parenti a carico sono assistiti a loro volta.Le persone senza permesso di soggiorno avrebbero gli stessi diritti , secondo la legge, ma non godono in realtà di nessun tipo di assistenza medica di base dato che non hanno la documentazione per iscriversi al servizio sanitario nazionale,quindi si rivolgono a strutture di volontariato medico come il Naga di Milano, che risolve i problemi immediati, con diagnosi e terapie gratuite, i medici volontari per gravi ragioni di salute possono certificare la necessità di un ricovero;in questo caso verrà quindi assegnato un codice STP che permetterà per un anno solare di avere accesso alle cure mediche ospedaliere(i minori e le donne in gravidanza in Italia vengono comunque assistiti gratuitamente)

Per fortuna fino ad oggi sono stata bene di salute e comunque sono partita con un'assicurazione privata.
Voglio raccontare del mio attacco di cervicale che mi ha costretto a casa per 4 giorni...per fortuna c'è Santo Brufen...esercizi di autocura e una casa confortevole.Comunque sia la 4° mattina di mal di testa mi ha fatto pensare di rivolgermi al mio padrone di casa, Mr G. che meriterebbe un post...il quale molto gentilmente ha chiamato il suo massaggiatore di fiducia.
Dopo 20 minuti,un uomo piccolo di statura e di una certa età ha suonato il campanello...mi ha chiesto di mostrargli toccando il suo corpo dove era il mio male e senza due parole in più mi ha fatto sdraiare sul tatami e ha cominciato a trattarmi.Avrà avuto almeno 65 anni, con i capelli bianchi e gli occhi molto luminosi , ha messo tra le sue mani e la mia pelle un pezzo di lino bianco e ha percorso tutto il mio corpo, fino ai piedi procurandomi un sollievo immediato.Mi ha massaggiato per un ora, mi ha fatto cambiare diverse posizioni e ha usato su di me non solo le sue mani ma anche le sue braccia i suoi gomiti e anche le sue piante dei piedi.Mi ha chiesto 24 euro e se ne andato con un sorriso...credo che prima di partire lo richiamerò per ricevere un altro trattamento a domicilio, prima esperienza nella mia vita, stupenda...da ripetere senza esitazione anche senza sintomi...grazie a lui e grazie a Mr.G.
(Ma non mi scrivete più???Vi siete dimenticati di me???)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Abbiamo letto il tuo articolo su tipimetropolitani.

Il discorso è un po complesso ..ma l'accesso alle strutture private in Giappone è molto facile e con una differenza (ticket tassa) ci si accede a prezzi bassi.Sono molto efficenti ed organizzate, per una visita completa e flebo abbiamo speso
60 euro.Alle strutture pubbliche accedono le persone con reddito ultra basso.(questo per i giapponesi)
Per gli stranieri che viaggiano e vanno in giappone DEVONO fare l'assicurazione privata tipo globycard e potervi accedere.

Comunque ci dispiace per la tua esperienza..peccato.

In bocca a lupo per l'aikido..gambatte(in gamba) ^_^

Gianluca e Kanako
www.youkosoitalia.net

Anonimo ha detto...

Gianluca e kanako,la mia compagna di aikido in realtà è svenuta in mezzo alla strada di sera quindi l'hanno portata in una struttura pubblica con l'ambulanza e in quel momento probabilmente non ha potuto dire di essere una straniera regolarmente assicurata.In ogni caso per quanto io ami il Giappone noto che è un paese che ha parecchi lati nascosti...Lato "omote",lato "urà"come si dice in aikido...grazie per il vostro commento.gambattene anche a voi